“Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista. S. Francesco d’Assisi”

I numeri da primato confermano la qualità della produzione artigiana italiana della filiera della bicicletta. Il settore della bicicletta è vivo, sta bene e cresce. Con numeri inaspettati. L’Italia è il primo paese in Europa per quantità di biciclette prodotte: 2.339.000 mezzi nonostante la lieve flessione di produzione del 2016 -0,23%. A seguire, Germania, Portogallo e Polonia. E se la situazione è rosea, lo si deve molto all’artigianato, il settore a dare impulso maggiore al mercato delle biciclette.

“Quello delle biciclette è uno dei settori in cui gli imprenditori artigiani sono stati artefici della rinascita e del rilancio della qualità manifatturiera italiana.” Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato

Infatti, dopo anni di difficoltà, in cui la produzione è rallentata, e dopo l’afflusso nel mercato italiano di prodotti di serie e di dubbia qualità, l’economia della bicicletta sta rifiorendo grazie a tanti produttori italiani, molti dei quali sono artigiani.

In Italia l’artigianato è una pietra miliare e vanta una lunga tradizione. Nella filiera della bicicletta tra le 2.062 imprese complessive (+5,4% negli ultimi cinque anni), 2 su 3 sono artigiane (66%) e salgono a 9 su 10 nella riparazione. Le imprese si trovano distribuite un po’ in tutta la Penisola e concentrate in tre regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, dove se ne contano 1.092. Il Trentino è la regione a maggiore vocazione dell’artigianato della filiera della bicicletta, e Bolzano la prima provincia specializzata.

Se le biciclette piacciono così tanto, quali sono le qualità universalmente riconosciuti nell’artigianato italiano e quindi anche in quello specializzato nelle due ruote? Principalmente “tradizione, innovazione, talento, gusto e creatività”. Valori che premiano anche le esportazioni che, cresciute di + 2,7% nel 2017, valgono 600 milioni di euro (200 milioni le bici complete, 400 milioni la componentistica) l’Italia è il terzo esportatore europeo, dopo Germania e Paesi Bassi. I nostri migliori clienti sono: Giappone, + 24,2% e Francia +14,7%. Il mercato francese è al primo posto del nostro export.

La bicicletta concentra in sé i valori di sostenibilità ambientale e della mobilità lenta. Non a caso le imprese della filiera della bicicletta che maggiormente si sono sviluppate si trovano in quei territori che hanno una maggiore “valenza cicloturistica”, Puglia,Trentino Alto Adige, Toscana e Lombardia. Questo perché il mercato della bicicletta non è isolato. La crescita sia della produzione sia della vendita è proporzionale allo sviluppo di strade e infrastrutture, e i paesi europei con migliori performance sono quelli che investono di più in questo senso.

Oggi in Italia c’è ancora molta strada da fare sulle due ruote: solo 18 persone su 1.000 abitanti usano la bicicletta per andare al lavoro e a scuola (1.066.000); coloro che praticano il ciclismo a livello agonistico e amatoriale sono 2.414.000; la crescita delle vacanze in bicicletta e l’insieme delle ricadute positive su salute e risparmio di carburante, fatturano oltre 6.2 miliardi euro.

Questo è emerso dall’interessante rapporto ‘Artibici 2018’ realizzato da Confartigianato e presentato il 22 marzo scorso  alla Triennale di Milano, durante il Forum di Innovation and Craft Society – progetto di Banca IFIS – “L’economia della bicicletta: numeri, storie e strategie per crescere”. Altri dati si rifanno al rapporto L’A Bi Ci di Legambiente, 2017.